martedì 30 ottobre 2007

Il pensiero di Eleonora

Ciao Micu,
è difficile davvero scrivere un epitaffio, e mi rendo conto solo ora di non averlo mai fatto.
Quindi non lo farò.
In effetti è un po’ che non ci vediamo io e te. L’ultima volta fu sotto casa di Simone, poche settimane fa. Eri forse solo un po’ più vecchio di come ti ricordavo, ma sempre così fedele e indomito, ritto sulle tue ruote, custode del portone…
Non avrei mai potuto immaginare Simone senza di te, e invece ecco che un triste destino – deciso da leggi ingiuste e da uomini senza pietà né vergogna – separano ciò che dio stesso ha unito un giorno.
Ho ascoltato molti racconti epici delle tue gesta, e ti ricordo ai tempi del liceo, quando eri tu a dirmi se Simone fosse già entrato o se come al solito sarebbe arrivato in ritardo.
Ricordo quando tu fosti uno delle prime glorie che Simone mi presentò. Poi vennero i suoi capelli, e in seguito la sua casa a Trastevere.
Ora che anche tu lo abbandoni, non gli rimane che la sua casa, spoglia del suo guardiano.
Mai nessuno potrà prendere il tuo posto, e questo lo sai bene. Mai nessuno renderà a Simone il tempo e i kilometri che insieme avete percorso, come amici, come fratelli, come compagni di gioco, e di avventure.
Non ti ho mai ringraziato, ma io personalmente ti devo molto.
Sei stato pronto addirittura ad arrivare nelle periferiche vie della Tiburtina, da Trastevere! Un’impresa che ho sempre apprezzato come un onorevole gesto di fedeltà a Simone.
Le possibilità in più che abbiamo avuto di vederci sono sempre stata certa che fossero dovute a te.
E ora te ne vai.
Te ne vai come un condannato a morte, ma fiero delle ferite delle battaglie. Te ne vai condannato a morte, come un prigioniero di una guerra ingiusta, che baratta retorici progetti politici con l’amore di legami profondi, sentimenti e ricordi.
Micu! Ecco il tuo ultimo gesto eroico!
Ecco l’ultimo miglio che percorrerai con Simone diretto tra le braccia fredde e spietate di un boia che non conosce passione, ma solo la gelida passività dell’esecutore!
Il tuo ultimo gesto eroico, i tuoi ultimi chilometri. Finirà così come è iniziata, e così non finirà mai.
Mi unisco al dolore di Simone e di quanti ora ti ricordano, ma non ti piangono!
Già, perché un eroe non si piange. Ma si onora!
Ti saluto con le parole del Poeta:
“Non ti uccise la morte, ma due guardie bigotte”.
Ti saluto con un sorriso e una lacrima.
Eleonora

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